Sono Luca Eberle, naturalista, fotografo e divulgatore. 

 

Nato nel 1996, trascorro i primi anni di vita nelle campagne del Nord Italia, dove inizio a maturare  una spontanea curiosità verso la natura e la fauna selvatica. 

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L’inizio delle scuole superiori mi porta verso un “habitat” cittadino che mi avvicina però alla fotografia, un nuovo strumento che inizio a conoscere e domesticare fin da subito nel giardino zoologico della mia città. Arte e scienza iniziano da quel momento a prendersi per mano e accompagnarmi nel percorso di studi in Scienze dell’Ambiente e della Natura, dove mi laureo con una tesi etologica su falco cuculo (Falco vespertinus) e grillaio (Falco naumanni). Nel frattempo ho modo di viaggiare e visitare più di 25 paesi, partecipando anche a progetti di volontariato ecologico e di conservazione in Nord Italia, Zambia e in Cina.

 

La conclusione del percorso universitario è seguita dall’inizio di un percorso professionale  dedicato alla fotografia di natura e alla divulgazione scientifica, collaborando periodicamente anche con programmi di conservazione come LIFE Falkon. Alcune mie foto vengono premiate in concorsi nazionali e internazionali e miei articoli scientifici e divulgativi vengono pubblicati su riviste del settore. Ho modo di collaborare alla realizzazione di libri fotografici e di identificazione oltre a tenere regolarmente corsi, attività di educazione ambientale, seminari e conferenze per parchi, scuole, università e associazioni culturali.

 

Trascorro il 2023 quasi interamente nelle foreste del Costa Rica, di cui otto mesi nella sola Penisola di Osa dove collaboro con la ONG “Osa Conservation” nella realizzazione di brevi documentari e report fotografici in una delle aree a più alta biodiversità del pianeta. Ho qui modo di conoscere e di entrare in contatto con alcune realtà indigene di questi luoghi, potendo così approfondire anche molti degli aspetti politici e sociali legati alla conservazione in America Latina. Oggi, la fotografia per me non è più solo uno strumento per esaltare la sola bellezza della natura, bensì anche per raccontare storie di resistenza e di conservazione, tentando così smuovere coscienze, ispirare nuove generazioni e promuovere scelte sostenibili per salvaguardare un pianeta fragile e in rapido cambiamento.